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Umberto Animobono

Ciao. Immagino, il canovaccio del tuo amico, la scrittura tua. Il thriller è un crescendo musicale. Ti coinvolge e ti trascina. Non è facile gestirlo. La mattanza finale stride. La prossima volta ti darai alla fantascienza. Un cambio di registro inaspettato. Dalle vite parallele iniziali alle memorie paesane rivisitate tuffarsi nel thriller è un triplo salto carpiato portatore di soddisfazioni o tonfi.

Daniela Ronconi

Ma sei un portento... Caro gianfry.. Complimenti

Miriam Di Luzio

Complimenti, un grandissimo in bocca al lupo a te e Carlo!

Sandra Fiorelli

Congratulations!!!

Debora Vitale

Tantissimi complimenti!!!

Raffaele Quaranta

Gianfranco, sei un grande. Sono onorato di aver condiviso, importantissimi anni della nostra vita.

Marinella Elia

Io posso prevedere che nn sarà un tonfo. Ha suspense ed è accurato nella ambientazione. Da leggere

         



“Alla fine degli anni ‘60 nelle stanze del Lawrence Berkeley National Laboratory, quasi per gioco, mi posi una domanda, una domanda banale e inutile, come quelle che sono alla base di quasi tutte le intuizioni dei giovani ricercatori. Si può trasmettere il dolore? mi chiesi. Si possono riversare le sofferenze di un soggetto su un altro soggetto?”

Il giovane dottor Fly certo non immaginava quale seguito avrebbero avuto le domande che si poneva e gli esperimenti che stava conducendo sulle cavie.
La risposta arriva casualmente, in modo imprevedibile, solo molti anni dopo, e subito risveglia l’attenzione della scienza.
Da quel momento inizia una spasmodica ricerca della verità.
Ma la cosa desta anche gli interessi del mondo degli affari, della politica e della criminalità.

In un crescendo di eventi imprevedibili alla fine la verità emerge, ma si scopre che …




Pareti bianche, spoglie.
Da una finestra schermata da pesanti tende filtra un debole chiarore.
Il ronzio sommesso di macchine elettromedicali collegate al suo corpo da una serie di fili elettrici e ventose sono l'unico rumore nella stanza, insieme al bip regolare di un cardiofrequenzimetro.
Non può aprire gli occhi, un torpore innaturale glielo impedisce.
"Devono aver usato dei sedativi", pensa.
Pensare è l'unica cosa che gli riesce, quindi pensa. E il pensiero indugia sugli ultimi mesi, sulle vicende che li hanno visti protagonisti e al tempo stesso pedine di un gioco più grande di loro.
"Sento dolori dappertutto. Al torace, soprattutto"
"Da quanti giorni sono qui?"
Domanda interrotta dal rumore della maniglia della porta.
Con un enorme sforzo apre per un istante gli occhi, il tempo di vedere una figura in controluce che si avvicina.
Il cardiofrequenzimetro registra un'impennata di bip.
"Tu qui! Dio ti ringrazio!"
Cerca di urlare, ma la sua bocca, impastata dai farmaci, emette solo un leggero sussurro.



         
         
         
         
         
         




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* Carlo Cecconi e Gianfranco sono amici da una vita.
Carlo è al suo primo romanzo, anche se nel cassetto conserva molti suoi scritti che varrebbe la pena pubblicare.

Gianfranco spera un giorno di convincerlo a mandarli in stampa.

Sarebbe una bellissima sorpresa per i lettori.






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Gianfranco Sassu - 2019
gianfranco.sassu@libero.it