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Breve recensione del romanzo
La cortigiana scandalosa
vita e amori di Fillide Melandroni
modella e amante del Caravaggio


di Gianfranco Sassu

Postata su FB domenica 14 gennaio 2024
dal prof. Luciano Pranzetti

Amici di FB: NUNTIO VOBIS GAUDIUM MAGNUM, il mio - naturalmente - ma che desidero, e voglio, sia anche il vostro.
Ho ricevuto, due giorni or sono, da un carissimo amico, un prezioso dono, un libro di cui, con una degna prefazione corrispondente alla sua altezza di genio, parlerò molto più distesamente che in questa breve ma densa segnalazione.
Ne ho letto, con avida attenzione, le pagine e debbo confessarvi di essere rimasto ammaliato, rapito, estasiato per una qualità di stile, di lessico, di coerenza tematica, di veridicità storica che, definire extra-ordinaria è non ragguagliarla congruamente.
Vi dico, innanzi tutto, della grafica: un carattere sobrio nel corpo, elegante e nitido che l’occhio scorre senza baluginamenti, il che non è poco.
Libro assai maneggevole.
Ma ciò che affascina il lettore – e lo affermo con estrema convinzione – è una scrittura fluvida, armoniosa,

(leggi tutto)

un CURSUS RHETORICUS, cioè, una cadenza ritmica – presa in prestito dai trattati d’antica eloquenza e fatta nostra - che è consentanea ad ogni tipo di momento narrativo tale che, quando se ne presenta l’esigenza è PLANUS = discorsivo; TARDUS = esplicativo; VELOX = incalzante, il tutto con un profondo rispetto per la sintassi. È una biografia che non tiene, della più parte di questo genere, lo stucchevole catalogo delle imprese, delle azioni o di un complesso di eventi a cascata; una biografia che si legge quasi fosse un romanzo dove l’acribia storica - pur movendosi, l’autore, tra realtà ed invenzione - agisce da padrona, e il bello è che GIANFRANCO SASSU, nella sua ultima fatica: LA CORTIGIANA SCANDALOSAVITA E AMORI DI FILLIDE MELANDRONI MODELLA E AMANTE DEL CARAVAGGIO * – mescola anche cucchiaiate di fantasia, di una rara qualità: fantasia ‘ancorata alla realtà’ sicché, ad esempio, taluni dialoghi – immaginati – sono tuttavia talmente innervati nel contesto vivo e concreto che il lettore ne avverte una attanza di naturale ed ovvio accadimento.
Splendido lavoro, un affresco di vasta ricerca nella Roma tra il ‘500 e il 600, fastosa e miserabile, ricca e mendicante, santa e peccatrice di cui Gianfranco parla in termini crudi ma non spietati, una Roma, sede di un Papato corrotto, una città caotica ma che si ammanta di un’arte universale su cui emerge e svetta, attraverso la figura della cortigiana Fillide Melandroni da Siena, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, artista che affermo essere il più grande rivale della Natura a cui sottrasse i segreti della luce e del buio trasformandoli in realtà umane. E Fillide – scandalosa cortigiana – è colei che gli ha consentito tale impresa. Di lei si scrive perché, di diretto riflesso, si scrive di lui, il suo amante e amato PITTOR PRAESTANTISSIMUS, unico, innovativo.

Tanto di cappello, Gianfranco, per questo tuo decimo capolavoro!

         
Fillide Quadri in cui compare Acquisto



Chi era Fillide?

Fillide aveva cominciato a dodici/tredici anni a prostituirsi nei vicoli di Campo Marzio, quella zona, allora malfamata, tra il porto di Ripetta, Piazza del Popolo e Trinità dei Monti.

Ma Fillide aveva altre mire, altre ambizioni.

Aveva deciso fin da subito che quella non sarebbe stata la sua vita per sempre.

Era sveglia, intelligente, sapeva parlare. E poi era bella.
Era bellissima Fillide, e in breve non fece fatica a trovare un protettore influente, Ranuccio Tommasoni, quel Ranuccio poi ucciso da Caravaggio in duello.

Insomma, Ranuccio la introdusse nella Roma bene, le trovava i clienti più ricchi e generosi, scegliendoli nell’aristocrazia romana e all’interno della chiesa stessa.
I suoi amanti erano nobili, alti prelati e cardinali, e ben presto riuscì a raggiungere quello status allora ambito da ogni prostituta di strada, quello di cortigiana.

Ma tutto questo a Fillide a un certo punto non bastò più.

Fillide voleva la fama, voleva che la bellezza dei suoi vent’anni fosse ricordata anche dopo la sua morte,

Fillide voleva essere riconosciuta e ammirata nei secoli a venire.

E capì che questo poteva darglielo solamente l’arte di un pittore geniale, il pittore più geniale e rivoluzionario della storia dell’arte.

E tanto brigò che divenne sua modella, si fece ritrarre più volte, in quadri meravigliosi,

e il suo volto bellissimo fu immortalato in opere che ancora oggi ammiriamo.




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1597 - Caravaggio, Ritratto della cortigiana Fillide

olio su tela cm 66x53

distrutto nel 1945

già Berlino, Kaiser Friederich Museum, Gemaldegalerie

 

 

1598 - Caravaggio, Marta e Maria Maddalena

olio su tela, cm 100x134

Detroit, Michigan, Detroit Institute of Arts

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1599 - Santa Caterina d’Alessandria

olio su tela cm 173x133

Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

 

1599 - Caravaggio, Giuditta e Oloferne

olio su tela, cm 145x195

Roma, Galleria Nazionale, Palazzo Barberini

 

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1600 - Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco

olio su tela, cm 268x197

Già Palermo, oratorio della Compagnia di San Lorenzo.

Il quadro è stato trafugato tra il 17 e il 18 ottobre 1969, e oggi appare nella lista mondiale FBI delle dieci più importanti opere d'arte rubate

 

 

1602 - Caravaggio, Deposizione di Cristo nel sepolcro

olio su tela, cm 300x203

Roma, Pinacoteca Vaticana

 

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1604 - Caravaggio, Morte della Vergine

olio su tela, cm 369x245

Parigi, Museo del Louvre

 

 

 





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Gianfranco Sassu - 2019
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